Glitter: il lato oscuro di una luccicante storia, le applicazioni in cosmetica, e il divieto dell’Unione Europea

Storia dei Glitter

I glitter, piccole particelle scintillanti solitamente fatte di plastica, vetro o alluminio metallizzato, hanno una storia affascinante. Sebbene le particelle luccicanti siano state usate in varie forme per millenni (pensa all’oro e alle gemme usate nei gioielli antichi), il glitter moderno come lo conosciamo ha avuto origine negli anni ’30. Fu inventato accidentalmente da un macchinista del New Jersey, Russell Sheaffer, mentre cercava di trovare un uso per i frammenti di plastica. Da allora, i glitter hanno trovato impiego in una miriade di applicazioni, dalla moda e decorazione alla cosmetica e all’arte.

Uso in Dermatologia e Cosmetica

Nel mondo della dermatologia e della cosmetica, i glitter sono diventati rapidamente popolari per la loro capacità di riflettere la luce e dare un aspetto luminoso e scintillante. Sono frequentemente incorporati in prodotti come ombretti, lucidalabbra, smalti per unghie e persino prodotti per la cura della pelle.

Tuttavia, la dermatologia non vede sempre i glitter in modo positivo. A causa delle loro bordature taglienti e della natura dei materiali, i glitter possono causare irritazioni cutanee, soprattutto se entrano in contatto con aree delicate come gli occhi. Alcune persone possono anche sviluppare reazioni allergiche ai materiali utilizzati nei glitter.

Il Futuro dei Glitter e delle Microplastiche nell’Unione Europea

L’evoluzione dell’uso dei glitter negli ultimi decenni ha rispecchiato le tendenze culturali e gli stili di vita moderni, con questi piccoli frammenti luccicanti che si sono fatti strada in una vasta gamma di prodotti, da cosmetici a detergenti. Tuttavia, come la luce riflessa da un brillantino, questo trend ha avuto un lato oscuro: l’inquinamento ambientale.

La Decisione della Commissione Europea

La recente decisione della Commissione Europea segna un punto di svolta storico nella lotta contro l’inquinamento da microplastiche. A seguito delle prove scientifiche fornite dall’ECHA e dell’ampio studio citato su The Guardian, la Commissione si è mossa con determinazione per affrontare il problema. L’obiettivo di ridurre l’inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030 è ambizioso ma necessario, dato il volume di microplastiche intenzionalmente aggiunte ai prodotti e rilasciate nell’ambiente.

L’Impatto sui Prodotti e le Industrie

La vasta gamma di prodotti coinvolti nel divieto sottolinea la pervasività delle microplastiche nella nostra società. Dai cosmetici ai detergenti, passando per i campi sportivi artificiali, l’UE ha identificato le principali fonti di microplastiche e ha stabilito periodi di transizione per aiutare le industrie a conformarsi alle nuove normative.

Il fatto che siano previsti periodi di transizione da 4 a 12 anni per i cosmetici e di 8 anni per i campi sportivi artificiali riflette la comprensione dell’UE delle sfide che le industrie devono affrontare per adeguarsi. Questa è una mossa equilibrata, che mira a garantire sia la protezione ambientale che il sostegno alle imprese nel loro percorso verso la sostenibilità.

Verso un Futuro Più Sostenibile

Thierry Breton, commissario per il Mercato interno UE, ha giustamente sottolineato come il divieto rappresenti un’opportunità per le aziende europee. L’industria avrà l’opportunità di innovare, sviluppando prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale. Questo non solo aiuterà a proteggere l’ambiente, ma anche a rafforzare la competitività delle aziende europee sul mercato globale.

Inoltre, il divieto offre ai cittadini dell’UE l’accesso a prodotti più sicuri e sostenibili, contribuendo a creare una cultura di consumo responsabile.

Pur avendo un ruolo centrale nella moda e nella cosmetica per quasi un secolo, sono ora al centro di dibattiti legati alla sostenibilità e alla salute. La decisione dell’Unione Europea evidenzia la necessità di bilanciare l’estetica con l’ecologia e la sicurezza. Questo divieto rappresenta un importante impegno per un futuro più verde e sostenibile.

La Formazione Continua nel Settore Sanitario Italiano: gli ECM, le innovazioni e le coperture assicurative

Il settore sanitario è in un periodo di trasformazione rapida e continua. Ogni giorno emergono nuove tecnologie e metodologie che spingono i professionisti a rimanere aggiornati. In Italia, questo concetto è stato recentemente sottolineato dalle parole del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha enfatizzato l’importanza della formazione continua per i professionisti sanitari.

Schillaci ha fatto notare l’importanza di adempiere agli obblighi di formazione per garantire non solo la competenza professionale, ma anche la protezione legale e assicurativa. Ha sottolineato che i professionisti che non soddisfano determinati requisiti formativi potrebbero trovarsi senza copertura assicurativa, un aspetto cruciale per proteggere sia i pazienti che i professionisti stessi.

Oggi, l’importanza della formazione continua è riconosciuta globalmente come uno degli aspetti chiave per garantire che i medici e altri operatori sanitari mantengano le competenze necessarie per offrire cure di alta qualità. Questo approccio non solo garantisce che i pazienti ricevano le migliori cure possibili, ma aiuta anche i professionisti a navigare in un ambiente medico sempre più complesso.

Le parole del Ministro rispecchiano una tendenza globale che riconosce la formazione continua come un aspetto chiave della pratica medica moderna. Con l’introduzione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la simulazione, la medicina sta diventando un campo sempre più tecnologico. Come ha sottolineato Schillaci, temi come la simulazione, l’intelligenza artificiale e il metaverso stanno diventando centrali nell’aggiornamento professionale dei professionisti sanitari.

L’enfasi sulla formazione continua non è solo una risposta alle innovazioni tecnologiche, ma riflette anche la crescente complessità delle cure mediche. In questo contesto, le parole del Ministro servono come un promemoria che la formazione continua non è un lusso, ma una necessità. I professionisti devono essere preparati non solo per utilizzare nuove tecnologie, ma anche per navigare in un panorama legale e regolamentare in evoluzione.

In conclusione, mentre il settore sanitario si muove rapidamente verso il futuro, le parole del Ministro Schillaci sottolineano l’importanza di garantire che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati e protetti. La formazione continua, in questo contesto, è meno un obbligo e più un imperativo.

Nuove frontiere in radioterapia: con i sistemi ottici di posizionamento maggiori benefici per I malati oncologici

Standard innovativi nell’ospedale bresciano grazie al supporto della Fondazione Berlucchi

Brescia, 16 dicembre 2022. Anche una radioterapia tecnologicamente molto avanzata può giovarsi dell’integrazione con nuovi sistemi oggi disponibili, tra cui in particolare i sistemi ottici di posizionamento, che portano a importanti vantaggi soprattutto nel trattamento dei tumori meno ‘profondi’ come, ad esempio, quelli della mammella, degli arti, della testa o del collo. A Brescia, in Poliambulanza, dal 2011 al 2022 sono stati 8.778 i pazienti trattati, per un totale di 144.450 sedute di radioterapia. “La richiesta è in continuo aumento, soprattutto per la quota dei trattamenti definiti ‘complessi’, particolarmente selettivi, mediante tecniche stereotassiche o a modulazione di intensità. Il 20 -25% dei malati oncologici da sottoporre a queste procedure viene da altri ospedali del territorio. Siamo grati al supporto fornito dalla Fondazione Guido Berlucchi che ci consente di offrire un servizio sempre più all’avanguardia e ‘tagliato su misura’ per i malati” – sottolinea il Direttore Generale di Poliambulanza, Alessandro Triboldi.

“La radioterapia viene utilizzata per oltre il 50% dei malati di tumore in diverse fasi della loro storia clinica” – spiega il dott. Mario Bignardi, Direttore dell’Unità Operativa di Radioterapia Oncologica di Fondazione Poliambulanza. “Ora il nostro ospedale si arricchisce su entrambi gli acceleratori deisistemi ottici di posizionamento in grado di garantire diversi vantaggi in termini di qualità del trattamento, di efficienza e di comfort per il paziente. Con questa metodologia avviene una sorta di ‘riconoscimento’ della superficie del paziente: per intenderci, un lontano parente del riconoscimento facciale usato in altri campi come la telefonia” – prosegue il dott. Bignardi. “Il paziente viene illuminato da sorgenti di luce posizionate sul soffitto, un sistema di telecamere riconosce la superficie corporea del paziente e un software in tempo reale elabora il confronto tra l’immagine 3D del paziente e quella di riferimento. Sono almeno sei gli evidenti vantaggi di cui beneficerà il Centro di Radioterapia Guido Berlucchi, grazie ai sistemi ottici di posizionamento: maggiore accuratezza del trattamento radioterapico; monitoraggio, in tempo reale, del posizionamento e dei movimenti del paziente durante il trattamento; il controllo del movimento respiratorio mediante una metodica semplice e agevole per il malato; la possibilità, in casi selezionati, di evitare tatuaggi di centratura; la riduzione della durata media dei trattamenti giornalieri e, in certe neoplasie, anche della frequenza dei controlli radiografici, con conseguenti minori dosi di radiazioni non terapeutiche al di fuori del bersaglio” – conclude il dott. Bignardi.

Sabrina Smerrieri, responsabile Ufficio stampa

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