Il più frequente tumore della pelle è la Cheratosi attinica, chiamata anche Cheratosi solare o Cheratosi senile, ad indicare le caratteristiche cliniche (cheratosi), il fattore causale (esposizione ai raggi solari) e il dato epidemiologico più rilevante (la malattia colpisce le persone anziane).
Si stima che in Europa e negli USA le cheratosi attiniche colpiscano dall’11 al 25% della popolazione generale e che tale percentuale raggiunga il 60% in Australia nelle persone oltre i 40 anni. Per questo si parla delle cheratosi attiniche come di una particolare forma di epidemia.
Questo tipo di tumore interessa lo strato più superficiale della pelle: l’epidermide. Nell’epidermide rimane confinato, ma se non è trattato adeguatamente, nel 10-20% dei casi si trasforma in una decina d’anni in un Carcinoma squamocellulare invasivo.
Le cheratosi attiniche sono causate dall’eccessiva esposizione prolungata, cronica, ai raggi solari e quindi si riscontrano nelle zone cutanee più foto esposte, cioè il viso (dorso del naso, orecchio esterno, fronte, zigomi e guance), il dorso delle mani, ma anche il 1/3 superiore del tronco.
Anche il cuoio capelluto, nelle aree alopeciche e quindi non protette dai capelli, è quasi sempre colpito dalle cheratosi senili.
Il labbro inferiore, il più colpito dalle radiazioni solari, è anch’esso frequentemente interessato (chieilite attinica).
Le cheratosi attincihe insorgono su una cute con danni cronici da esposizione solare (foto-invecchiamento), prevalentemente in soggetti con pelle chiara (fototipo basso), in cui i danni del foto-invecchiamento (in particolare le rughe, le lentiggini senili) compaiono più precocemente e in modo più rilevante per la riduzione del pigmento scuro, la melanina e di conseguenza dei meccanismi di fotoprotezione.
Non è casuale che i soggetti albini sviluppino cheratosi attiniche e carcinomi in grande quantità, così come avviene nei pazienti con una malattia genetica, lo xeroderma pigmentoso, caratterizzata da alterazioni dei meccanismi di riparazione del DNA cellulare, che è proprio uno dei bersagli dei Raggi UV. E non è casuale che le cheratosi attiniche siano molto frequenti e più aggressive nei soggetti che sono stati sottoposti a trapianto d’organo e sono in terapia immunosoppressiva, per prevenire il rigetto dell’organo trapiantato.
La fascia d’età in cui compaiono le cheratosi attiniche è oltre i 60 anni, ma in Australia è più precoce, dopo i 40 anni, a sottolineare l’importanza dell’intensità delle radiazioni solari e del fototipo chiaro.
Come si presentano le cheratosi solari
Sono lesioni multiple (a volte molto numerose, oltre una decina), di piccole dimensioni, da qualche millimetro a 1-2 centimetri, di colore grigio-rosa, con margini lievemente sfumati, modicamente rilevate, con squame di piccole dimensioni, bianco-grigiastre, ben aderenti alla pelle e perciò non facilmente asportabili con il grattamento superficiale, che conferiscono alle lesioni un aspetto modicamente rugoso.
E’ proprio questa ultima caratteristica che permette anche al paziente di riconoscerle non solo visivamente, ma anche alla alla palpazione, strisciando il polpastrello del dito della mano sulla pelle, che riconosce facilmente il passaggio dalla zona sana, liscia a quella malata, rugosa appunto.
Qualche volta le squame sono più numerose e stratificate, conferendo alle lesioni un aspetto verrucoso, qualche altra volta il colore delle lesioni è più scuro (variante pigmentata), così da favorire la confusione con le cheratosi seborroiche, altre frequenti lesioni della cute dell’anziano, di tutt’altra natura, benigne e con solo carattere di tipo inestetico (peraltro a volte francamente disturbante).
Le lesioni della cheilite attinica del labbro inferiore si presentano come aree sottili, lucenti, con fine desquamazione superficiale, talora verrucosa o con piccole erosioni.
Come si riconoscono
La clinica ne permette il riconoscimento con facilità. Le tecniche di diagnostica per immagini: dermatoscopia e la microscopia laser confocale in vivo permettono la conferma clinica e aiutano a definire i margini della lesione da trattare, il cosiddetto campo di cancerizzazione, su cui andrà diretta la terapia da non limitare strettamente alla lesione.
Come si curano le cheratosi solari
La terapia elettiva rimane la crioterapia con Azoto liquido. Se opportunamente praticata, consente di ottenere risoluzione delle lesioni, con un trascurabile tasso di recidive.
La distruzione delle lesioni, in numero limitato, con diatermocoagulazione con bisturi elettrico e con Laser, prevalentemente CO2, è anch’essa efficace.
Di buona efficacia si è dimostrata anche la terapia fotodinamica.
Certamente utili sono i trattamenti con creme antitumorali, come il 5-fluorouracile o immunostimolanti, come l’Imiquimod, il diclofenac e, del tutto recentemente l’Ingenol Mebutato in gel, dotato di capacità citotossiche e infiammatorie/immunostimolanti.
Una particolare attenzione va riservata alla terapia della cheilite attinica per la frequenza delle recidive e la maggiore facilità alla trasformazione in Carcinoma aggressivo.
Altrettanto importante è la prevenzione con un programma costante e adeguato di foto protezione, particolarmente nei soggetti a rischio elevato.
Indispensabile è il controllo periodico, ad intervalli di tempo variabili da alcuni mesi a 1 anno per il monitoraggio delle aree a rischio e il trattamento precoce delle lesioni nuove.